Fin da bambino, Romano Bellini nutre una fortissima passione per Riva. «Ho sempre ammirato le barche in legno e col passare degli anni ho imparato ad apprezzare soprattutto gli scafi Riva per le loro linee armoniose, la qualità dei materiali utilizzati e la perfezione delle realizzazioni». È così che il richiamo verso i cantieri Riva si fa inevitabile e Bellini Nautica instaura un rapporto di sinergia e stima reciproca. Romano Bellini viene coinvolto sempre più spesso nella realizzazione di libri, eventi e documentari sui modelli storici Riva, grazie alla sua preziosa e incomparabile collezione privata. 


 



Nel 2000, con l’acquisizione di Riva da parte del Gruppo Ferretti, Romano Bellini conosce l’allora presidente Norberto Ferretti, con il quale stringe un sodalizio che continua ancora oggi. Ogni restauro richiede meticolosità, pazienza, dedizione. Si nutre di tempo e precisione, ha bisogno di attraversare passo passo tutte le fasi del recupero e necessita di mani esperte e preparate. Bellini Nautica restaura imbarcazioni Riva d’epoca da decenni e ha acquisito tutte le competenze e le professionalità indispensabili per restituire qualsiasi modello al suo originario splendore.


Quando uno scafo Riva viene accolto all’interno dei cantieri Bellini per essere restaurato, ha inizio una serie di meticolose operazioni che assomigliano ad un antico e affascinante rituale. Come un corteggiamento. Ogni passaggio è rispettato ed eseguito con maniacale attenzione, per ottenere un risultato che ogni volta si riconferma sorprendente. La parola d’ordine è pazienza: non bisogna avere fretta quando si dà il via ad un recupero di questo livello. È proprio come vivere una storia d’amore: ogni traguardo ha il suo giusto tempo per essere sfiorato e poi conquistato. Dal primo giorno dei lavori trascorrono circa 9 mesi: un periodo intenso, in cui si ripete immancabilmente la stessa suggestiva avventura. Si conosce la barca, la si vezzeggia, ci si conquista la sua fiducia e la sua confidenza e infine ci si innamora. Perdutamente. Tanto che poi lasciarla andar via è sempre un dispiacere. Come un grande amore che se ne va e prende la sua strada. Anzi, la sua scia.


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