La storia di Riva Aquarama

La storia di un’icona della nautica mondiale: Riva Aquarama

Come nasce Riva Aquarama, perchè e quali sono le sue evoluzioni.

Nel 1962 nasce il mito: Riva Aquarama.

Il nome si ispira ai “cinerama”, in voga in quegli anni, infatti il parabrezza avvolgente dell’Aquarama che regala una visione panoramica dell’acqua vuole ricordare i grandi schermi cinematografici sperimentali americani.

Lo slogan di presentazione scandisce le parole-chiave: “Sole, mare, gioia di vivere!” 

Dopo aver realizzato, su richiesta dei clienti, 7 Tritoni con pozzetto aperto (dal n°193 al 199) per avere uno spazioso prendisole a poppa, nasce il prototipo dell’Aquarama: è il n°214 della serie Tritone.

 

Il prototipo, e dunque il primo vero  e proprio Riva Aquarama, viene chiamato Lipicar (dalle iniziali dei nomi delle figlie dell’Ing. Carlo, Lia, Pia e Carla), questo viene usato sia per i collaudi sia per le prove dei clienti, ma anche per le foto di numerose pubblicità. Verrà inoltre usato da Carlo per le sue vacanze al mare.

Il mitico Lipicar n.1, è dunque un’evoluzione del Tritone. 8,02 m di lunghezza x 2,62 di larghezza, posti per otto persone, due cuccette a prua, due motori Chris-Craft a benzina di 185 hp ciascuno, velocità di 73 km/h.

Portato a metà agosto a Monaco, non ancora ultimato e senza parabrezza, viene provato anche da Gianni Agnelli, con a bordo Carlo che, notata la guida sportiva dell’avvocato, lancia la sua sfida: “se riesce a rovesciarlo glielo regalo”.

Al termine della guida Agnelli si complimenta per il superbo prodotto e mostra interessamento alla produzione del cantiere.

Il Lipicar ultimato è presentato al Salone di Milano autunnale; rispetto al Tritone, con la medesima carena, ha il musone (cappello) di prua differente, sedili anteriori separati, per una maggior mobilità nel pozzetto.

Anche la poppa è completamente ridisegnata, con passaggio antiscivolo, molto comodo per la risalita dal bagno ma che rompe quella continuità tra specchio di poppa e coperta, che costituisce l’essenza della straordinaria bellezza di Tritone e Ariston.

Nel 1963 vengono venduti 21 Aquarama, il nuovo modello di bimotore che, ormai, è destinato a sostituire il Tritone.

In questi anni nasce anche il Super Aquarama, venduto in tre esemplari, con due Chrysler da 190Hp.

Nel suo stile consueto, Carlo Riva, quando decide di adottare la vipla color aragosta per i rivestimenti interni dell’Aquarama, vuole avere la certezza della costanza del tono colore.

Adotta così l’unica soluzione possibile, cioè ordinare un quantitativo spropositato di tappezzeria esclusiva, per ottenere il prodotto di un unico bagno di colore. La scorta sarebbe stata sufficiente per 5 anni.

Nel 1966 viene presentata la versione del Super Aquarama con due motori da 320 CV cadauno, le sue prestazioni divengono superlative: arriva a toccare i 90 km/h.

Nel 1971 l’architetto Giorgio Barilani, progettista del Cantiere, apporta una modifica allo specchio di poppa di quest’ultimo modello, ricavano uno scivolo che agevola la risalita dalla scaletta da bagno. Questa nuova versione che misura 8,75 metri di lunghezza è denominata Aquarama Special.

Anche qui la potenza viene ulteriormente aumentata a 350 CV per ciascuno dei due motori che, con un’autonomia di sei ore, consentono a questo scafo traversate e crociere di largo respiro. Con la versione Special, l’Aquarama raggiunge il suo massimo splendore.

Fra gli anni ‘70 e ‘90 nascono, fra gli altri, il St. Tropez – prodotto fino al 1992 – e il Superamerica, primo importante cabinato rimasto per oltre 20 anni sul mercato. Nonostante l’affermarsi della vetroresina, la produzione dei runabout di legno in Riva prosegue fino al 1996, anno in cui è costruito l’ultimo Aquarama Special, il numero 784.  

Il nome Aquarama diventa così un marchio nel marchio, un’icona della nautica mondiale e del periodo della Dolce Vita.


Fotografie e informazioni prese da

“Riva Le barche in legno” di Sergio Massaro 

“Carlo la leggenda, Riva il mito” di Piero Maria Gibellini

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