Riva Aquarama Lamborghini : La storia

Nel 1967 Ferruccio Lamborghini, fondatore dell’omonima società automobilistica, chiese all’ingegner Carlo Riva di personalizzare l’Aquarama che avrebbe acquistato sostituendo i motori originali con due motori Lamborghini V12 da 350 CV, facendo nascere una barca che è diventata una leggenda, la cui storia è iniziata in quegli anni sul lago d’Iseo, passata per i Paesi Bassi, ed arrivata nella sua ultima tappa tra le barche della collezione Riva di Bellini Nautica.

In produzione dal 1962 al 1996, l’Aquarama era – ed è – il più famoso delle creazioni di Carlo Riva, quello che viene in mente anche ai non esperti di nautica quando si dice “Riva”, su cui sono state fotografate decine di personaggi famosi e conosciuto come “la Rolls-Royce del mare”. Il suo nome si ispira al cinerama, un sistema di ripresa e proiezione su uno schermo curvo, la cui forma è ripresa dal parabrezza.
La produzione dello scafo numero 278, quello che poi sarà comunemente conosciuto come Riva Aquarama Lamborghini, cominciò nel maggio 1968. Come spiega il sito dedicato alla barca, che ne ricostruisce la storia, per tre mesi gli operai del cantiere Riva lavorarono per riuscire a mettere la barca in acqua entro agosto. La scelta di sostituire i motori standard V8 con due di quelli in dotazione alla Lamborghini 350 GT lo rese il più veloce Aquarama mai costruito, in grado di raggiungere i 48 nodi invece dei 40 del modello di serie.

Per vent’anni il motoscafo rimase di proprietà di Ferruccio Lamborghini, fino a quando, nel luglio 1988, lo vendette all’amico Angelo Merli, che decise di sostituire i motori Lamborghini con quelli standard per abbassare i costi di manutenzione, trasferendo i motori speciali nel museo Lamborghini. Alla morte di Merli nel 1993 i suoi eredi non manifestarono lo stesso interesse per il modello Riva e, per un certo periodo, non se ne seppe più nulla: rimase sotto il telo di un cantiere fino a quando non venne ritrovato nel 2010 da un appassionato collezionista, che lo acquistò e lo fece trasferire nei Paesi Bassi, ritrovando all’interno della barca la fattura di vendita originale firmata da Ferruccio Lamborghini.
L’armatore decise di restaurare completamente l’imbarcazione e di riportarla alla forma del suo concepimento, compresa la reinstallazione dei due motori Lamborghini.
Gli originali che Ferruccio aveva chiesto di installare si trovavano ancora nel museo, ma non in vendita. Chi si occupò del restauro acquistò altri due motori V12 e li convertì in modo che fossero perfettamente marinizzati come gli stessi originali, grazie alla collaborazione del museo – che consentì di fotografare, misurare e duplicare alcune parti dei motori installati negli anni Sessanta -, di Lino Morosini, capo all’epoca della divisione motori Riva, e dell’ex collaudatore e sviluppatore di Lamborghini, Bob Wallace. A restauro concluso, l’Aquarama Lamborghini venne poi testato da Carlo Riva sul lago d’Iseo.

L’Aquarama Lamborghini fa oggi parte della storia di Riva quanto di quella della casa automobilistica e viene esposto in occasioni speciali o eventi. Attualmente è di proprietà di un armatore italiano e si può visitare nel Museo Riva di Bellini Nautica.

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